“È impossibile per un uomo imparare ciò che pensa di sapere già”
Epitteto
Le nuove dinamiche formative, abilitate al digitale, espandono il contesto di apprendimento oltre le logiche tradizionali determinando così il passaggio per l’ente organizzatore, sia esso una scuola o un’associazione, a dispensatore di nozioni in grado di abilitare la conoscenza.
Oggigiorno, oltre alle flipped classrooms, il social learning e l’active learning si sta facendo strada una nuova metodologia formativa: Il Blended Learning.
In cosa consiste? È una modalità di apprendimento che unisce la modalità di insegnamento tradizionale in aula con la comodità fornita dall’accesso dal proprio laptop ovunque ci si trovi.
Data la definizione, quali sono i vantaggi di questo approccio didattico?
- Il focus è sul discente, si apprende secondo il proprio ritmo
- Maggiore flessibilità di utilizzo
- L’approccio ibrido abbatte le dinamiche di spazio e tempo
Il Blended Learning è una metodologia didattica che unisce il meglio di entrambe le modalità di formazione, in presenza e in remoto. Nello specifico questo approccio misto, da un lato permette di apprendere con il proprio ritmo studiando contenuti anche in modalità e-learning dall’altro permette comunque la possibilità di confrontarsi in aula con il docente e gli altri discenti attivando così un circolo virtuoso di miglioramento continuo. La digitalizzazione del percorso formativo non è da intendersi come la scomparsa delle lezioni tradizionali face-to-face bensì un approccio ibrido rispetto alla formazione tradizionalmente intesa.
Cos’è cambiato? Il focus è sul discente, a cui viene riconosciuta l’opportunità di essere parte attiva piuttosto che limitarsi ad ascoltare e imparare: in questo modo, da passivo e reattivo il partecipante riveste un ruolo più attivo e interattivo.
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