«Questa fabbrica si è elevata, nell’idea dell’architetto, in rispetto della bellezza dei luoghi e affinché la bellezza fosse di conforto nel lavoro di ogni giorno».
Adriano Olivetti
É cosa ormai nota che lavorare in un ambiente bello esteticamente aumenta al contempo il benessere e la produttività dei dipendenti.
L’estetica degli spazi concorre all’immagine che un’azienda dà di sé e come viene di conseguenza percepita sia dall’esterno, vale a dire dai clienti, che dall’interno, ovvero dal personale.
Uno degli imprenditori pionieri che aveva compreso l’importanza di creare un ambiente lavorativo che tenesse conto del fattore estetico fu Adriano Olivetti.
Suo padre, Camillo, fondò la Ing. Olivetti & C., la "prima fabbrica nazionale di macchine per scrivere", nel 1908.
All’età di tredici anni, per volere del padre, Adriano compì una prima esperienza in un fabbrica che segnò per sempre la sua vita. Molti anni più tardi ricorderà così l’esperienza:
“Imparai ben presto a conoscere e odiare il lavoro in serie: una tortura per lo spirito che stava imprigionato per delle ore che non finivano mai, nel nero e nel buio di una vecchia officina”.
Nel 1932 divenne l’amministratore delegato dell’azienda, e presidente nel 1938. Sono gli anni in cui si sviluppa il cosiddetto “stile Olivetti”.
Appena trentenne, si attornia da architetti e ingegneri suoi coetanei che ripensano gli spazi della fabbrica e del paesaggio limitrofo. Nasce così la “fabbrica di vetro”: un edificio composto da vetro, cemento e acciaio, caratterizzato da un fronte armonico di esattezza geometrica, lineare nella sua funzionalità, che segnò una discontinuità urbanistica rispetto alla precedente idea di civiltà industriale. Trasparenza e luminosità i fattori cardine della struttura: le grandi vetrate permettevano ai lavoratori di avere sotto gli occhi anche il mondo esterno, consentendo una soluzione di continuità con gli spazi lavorativi che migliorava la produttività e di conseguenza il benessere dei lavoratori.
Un altro esempio di imprenditore italiano che ha fatto del dualismo estetica-benessere un cardine imprescindibile del suo modello imprenditoriale che non possiamo non citare è Brunello Cucinelli.
La sua filosofia aziendale, definita da lui stesso come “capitalismo umanistico”, prevede che al centro ci sia sempre l’umanità, e dunque, il lavoratore inteso come uomo.
A proposito dell’importanza di un luogo di lavoro che sia piacevole anche agli occhi, afferma:
"Altro tema, fra i più affascinanti per la dignità umana è quello dei luoghi di lavoro: si deve lavorare in luoghi che elevano la dignità; predisporre un ambiente di lavoro amabile, da dove si possono alzare gli occhi verso il cielo, verso il paesaggio, e magari vedere la casa dove la sera tornerò con la mia famiglia. […] Un grande tema del capitalismo umanistico. Preoccuparsi di dove costruire la propria fabbrica. Preoccuparsi di una grande cultura d’impresa; il capitalismo è questo".
Secondo Cucinelli la bellezza della natura deve essere traslata anche nel luogo di lavoro e in generale nella vita professionale. Ecco perché ha creato la sua azienda in un borgo circondato dalla natura, così che i dipendenti quando alzano gli occhi si lascino incantare dalla bellezza del creato.
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