Il 2023 si apre con una serie di prospettive potenzialmente positive, vediamo insieme quali sono i maggiori aspetti da considerare:

1 - Prima di tutto sono da considerare i costi di produzione e i prezzi al consumo: l’esplosione dei prezzi delle materie prime, dell’energia e dei costi di produzione che ha caratterizzato il 2022 ha messo in difficoltà le imprese, con una conseguente crescita di inflazione. Alla fine dell’anno appena trascorso però vi sono stati alcuni segnali incoraggianti che potrebbero far sperare in un calo inflazionistico più marcato rispetto alle prospettive attuali.

2 - Evoluzione della logistica: la crisi del 2022 ha comportato un aumento esponenziale dei costi di trasporto, fino a 10 volte superiori alla norma ma anche in questo caso pare plausibile un riequilibrio e un progressivo ritorno alla normalità. Per rispondere ai costi di trasporto le imprese si erano organizzate con un metodo di approvvigionamento alternativo, chiamato “reshoring” ovvero il rifornimento da Paesi più vicini o direttamente dal proprio Stato. Se questo, come è deducibile, continuerà anche per quest’anno, contribuirà a bilanciare il mercato dei sistemi logistici, tornando verso una situazione pre-crisi.

3 - In un’annata critica come il 2022, l’unico punto rimasto positivo era stato il costo de lavoro, segnato da alti tassi di disoccupazione e tagli aziendali. Oggi si prevede un aumento del prezzo dei salari, che a sua volta darà un apporto positivo ai consumi controbilanciando l’aumento dei prezzi.

4 -  Altra forbice accentuata dal 2022 è quella riguardo i consumi: il fenomeno in realtà si può dire in corso da diversi anni ma ora l’erosione della cosiddetta fascia media è arrivata a un punto di non ritorno a causa dell’inflazione. Nel 2023 il tutto si accentuerà soprattutto in favore della fascia alta, ovvero del lusso, settore che ha dimostrato di reggere bene il contraccolpo della crisi.

5 - Sostenibilità: il tema sarà sempre più caldo grazie alla maggiore sensibilizzazione e all’attenzione da parte delle aziende più evolute. Le generazioni più giovani modulano i loro acquisti in base a quanto sostenibili reputano i brand di interesse e a come percepiscono l’orientamento delle aziende in questione. Chi saprà meglio interpretare questa tendenza (e non sarà prevista un’inversione di marcia), avrà un forte vantaggio competitivo.

6 - Il mondo digitale ha vissuto nel 2022 una crescita esponenziale: ora ci si attende una stabilizzazione fisiologica, se non una vera e propria riduzione. Non è previsto un arresto: nel 2023 la tecnologia continuerà ad aver un ruolo e un impatto rilevanti, soprattutto con lo sviluppo della tecnologia blockchain e i nuovi scenari aperti dall’intelligenza artificiale.

7 - Il costo del denaro cambierà: il forte rialzo dei tassi di interesse ha caratterizzato l’ultimo anno e ha segnato la fine di un’epoca che durava dalla crisi del 2008. Di fatto per il 2023 si prevede un cambiamento di rotta, con un ritorno alla situazione pre 2008 ovvero un aumento del costo del denaro. Dopo una lunga epoca di tassi minimi, lo scenario cambia diventando molto interessante soprattutto per gli investitori in equity: le aziende per crescere avranno bisogno di maggior capitale, dunque la ruota comincia a girare.

8 - La divaricazione tra le aziende solide e sane e quelle in sofferenza si marcherà maggiormente con il 2023, poiché quando l’incertezza prevale, come è stato nell’ultimo periodo, i punti di forza o di debolezza si svelano sia dal punto di vista finanziario che da quello organizzativo e manageriale. Investire in aziende, ora, diventerà un’importante opportunità da cogliere per chi lavora in questo settore.