Quando ci troviamo di fronte a una situazione imprevista ci piacerebbe poter dire sempre di sapere cosa fare, invece molto spesso siamo colti dal dubbio: che strada prendiamo? Nei momenti di crisi tendiamo istintivamente ad affidarci a metodi che avevano già funzionato in precedenza ma non abbiamo una mappa che ci garantisce di arrivare alla soluzione sempre e comunque; dunque, per essere efficienti al 100% diventa più utile tenere aperte diverse strade a seconda del bisogno e della situazione specifica.

Che si tratti di una strategia per aumentare crescita di un’impresa, di fronteggiare una crisi o di guidare il team in territorio sconosciuto, i leader devono essere capaci di valutare opzioni utili a cambiare direzione in tempo reale e adattarsi agli scenari in movimento. Proprio per questo si può prendere come principio la parola MOVE, dove la M sta per mindfully alert to priorities (consapevole delle priorità), la O per options, la V per validate one’s own vantage point (convalidare la propria posizione di vantaggio) e la E per engage with the stakeholders (coinvolgere i portatori di interesse).

Il concetto alla base sta nel fatto che decine di studi confermano che quando si concepiscono più percorsi possibili, migliora la capacità di raggiungere gli obiettivi desiderati, non è solo questione di perseveranza o forza di volontà. È fondamentale adottare una posizione attiva per la soluzione di un problema, ovvero decidere, indirizzare, guidare, mettere in discussione e affrontare. Una posizione analitica per osservare, raccogliere e interpretare i dati, porre domande e magari rimandare le decisioni. Una posizione collaborativa, stabilendo un contatto con i colleghi e quindi solidarizzare e incoraggiare. Una posizione in cui imporsi disciplina, creando lo spazio necessario per far emergere una nuova soluzione, utile a recuperare la calma e contemplare, visualizzare e tranquillizzarsi.

Per uscire vincitori da una situazione stressante è ideale adottare tali posizioni in modo da farsi guidare da esse e non dal proprio istinto: stabilendo una gerarchia e capendo da quale partire, infatti, otterremo automaticamente lo schema di un piano. Allo stesso tempo bisogna essere consapevoli degli effetti negativi che una certa fase potrebbe causare ed essere lucidi nel riadattarla a seconda degli stimoli che riceviamo dai collaboratori che ci stanno vicino: stiamo evitando un problema oppure lo stiamo prendendo troppo di petto?

Padroneggiare le quattro posizioni significa essere in grado di leggere i vari momenti e cambiare rapidamente la propria posizione in circostanze di stress. Per le interazioni dove la posta in gioco è più alta, bisogna usarle tutte e quattro. Creare opzioni per risolvere situazioni impreviste richiede capacità di osservazione in tempo reale e di autoregolarsi contro lo stress, soprattutto però richiede l’umiltà di riconoscere quando l’approccio che abbiamo utilizzato più spesso non è quello giusto: nessuna realtà sopravvive se è guidata da persone che rimangono attaccate allo stesso approccio a prescindere.

Le organizzazioni più prospere sono quelle agili e adattabili, caratteristiche fondamentali anche per i migliori leader.